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Attualità lunedì 05 dicembre 2016 ore 13:00

"Non siamo stupiti dal risultato del referendum"

Fratelli d'Italia sulle ali dell'entusiasmo. "Siamo riusciti a far capire ai cittadini le motivazioni per bocciare questa riforma scellerata"



SINALUNGA — Il risultato referendario provoca le prime reazioni anche a livello locale, come nel caso di Fratelli d'Italia. Gianfranco Maccarone (vice presidente provinciale FdI-AN), Mattia Savelli e Emanuele Andreucci (dirigenti provinciali FdI-AN) dichiarano: “Una grande vittoria del NO, ottimi risultati in provincia di Siena, soprattutto in Valdichiana. Adesso elezioni”.

Così i dirigenti del partito di Giorgia Meloni: “Il risultato del referendum non ci stupisce affatto e non siamo rimasti stupiti nemmeno dai risultati locali. Per due mesi abbiamo girato tutta la provincia con volantinaggi ai mercati e conferenze, non ci siamo risparmiati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La pesante campagna messa in campo dal PD che ha schierato tutti i sindaci in prima fila, spesso ai limiti del consentito, è servita soltanto a limitare le perdite e spesso non è bastato. Basti guardare alcuni seggi di Montepulciano dove il “Sì” è andato addirittura sotto rispetto al “NO”. A Sinalunga il “NO” si è attestato sul 45%, a Torrita di Siena è al 40%, a Montepulciano supera il 45%, a Chianciano 46%, a Sarteano 44% e anche a Chiusi nel feudo di Scaramelli, massimo esponente del renzismo locale, il “NO” ha superato il 43%. I dati sono sotto gli occhi di tutti.

In questi mesi  - continua FdI - pur avendo pochi mezzi a disposizione, siamo riusciti a far capire ai cittadini le motivazioni per bocciare questa scellerata riforma che avrebbe definitivamente svuotato la sovranità del popolo italiano e minato la rappresentatività delle istituzioni. Il nostro impegno è stato ampiamente ripagato. A fronte di questo non possiamo che gioire e la dimissioni di Renzi sono la ciliegina sulla torta alla fine di una grande campagna referendaria. Adesso speriamo nelle elezioni il prima possibile così da ridare la sovranità al popolo dopo tre Presidenti del Consiglio nominati e non eletti". 


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