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Cronaca domenica 11 ottobre 2020 ore 12:17

​Litiga, spara e scappa “Arsenale” in casa

E' accaduto a Poppi. I Carabinieri sequestrano pistole, munizioni a salve e un fucile antico, forse appartenuto a un militare dell’Arma. Due denunce



AREZZO — Una lite degenerata e un’indagine lampo. E’ successo venerdì in Casentino e il fatto ha impegnato i carabinieri della Compagnia di Bibbiena e i colleghi della Stazione di Poppi che hanno sequestrato cinque pistole semiautomatiche e “a tamburo”, a salve, prive del tappo rosso. Dalle verifiche è emerso che si trattava di fedeli riproduzioni di armi vere. Nell’arsenale casalingo, c’era perfino un’arma storica sul conto della quale i militari dell’Arma stanno svolgendo accertamenti.

Tutto scatta dalla lite tra due uomini degenerata quando uno dei due spara in direzione dell’altro e poi fugge. Il malcapitato, in preda allo spavento, riferisce il fatto ai carabinieri che avviano le ricerche per risalire all’autore del gesto. L’uomo aggiunge che al termine del litigio, pur non distinguendo un oggetto preciso e non riportando lesioni, presumibilmente era stato “sparato” un colpo di pistola verso di lui. Al punto che aveva sentito il “botto” e visto una “fiammata”.

Dalla perquisizione nell’abitazione del presunto sparatore, i carabinieri trovano un piccolo arsenale: cinque pistole tra semiautomatiche e “a tamburo” oltre a munizioni a salve. Le armi erano prive del tappo rosso. Una situazione che ha aggravato il reato di violenza privata e minaccia per il quale uno dei due uomini è stato denunciato. 

Tutto il materiale, secondo la ricostruzione degli investigatori, è compatibile con la circostanza segnalata dall’uomo che ha raccontato l’accaduto. Ma anche per lui le cose non si sono messe bene perché dalla perquisizione nella sua abitazione i carabinieri della Stazione di Poppi hanno rinvenuto un lungo fucile “a schioppo”, verosimilmente risalente alla fine del 1800. Ora si indaga sull’arma non solo sul piano storico ma anche di interesse per la stessa Arma dei Carabinieri perché sul fucile è incisa una scritta nella quale si legge l’abbreviazione “CRE” seguita da un cognome; il che lascia presagire che l’arma sia stata in dotazione di un Carabiniere a fine ‘800. La detenzione del fucile senza la segnalazione all’autorità competente, è costata all’uomo una denuncia per violazione della normativa sulle armi.


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