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Interviste lunedì 11 gennaio 2016 ore 10:18

“Il fare sistema sta dando i primi risultati”

Foto di: presidente Associazione Albergatori Daniele Barbetti

Concluso da poco il Paese di Babbo Natale, Daniele Barbetti, presidente dell’Associazione Albergatori, fa il bilancio della stagione turistica 2015



CHIANCIANO TERME — Già dai primi giorni di apertura, avvenuta il 5 Novembre scorso, il Paese di Babbo Natale ha fatto registrare un buon afflusso di turisti provenienti un po’ da tutta Italia che hanno soggiornato a Chianciano anche per periodi più lunghi di due giorni. L’evento natalizio è stato realizzato con la collaborazione dalla Proloco di Chianciano Terme e del Comune.

Di come è andata la nuova edizione del Paese di Babbo Natale, del flusso turistico che questa ha comportato e di tutta l’attività turistica del 2015 ne parliamo con il presidente dell’Associazione Albergatori-Federalberghi, Daniele Barbetti.

Presidente Barbetti, dal punto di vista degli albergatori, come è andata l’edizione del Paese di Babbo Natale appena trascorsa?

“Sicuramente bene, abbiamo registrato un buon numero di presenze e con fatturati in crescita rispetto l’analogo periodo dell’anno precedente. Non c’è stato un abbassamento dei prezzi per cercare di intercettare maggiori presenze, questo significa che il prodotto offerto è solido ed ha permesso alle strutture ricettive di lavorare bene. Dovendo fare un paragone con l’anno scorso direi che è andata decisamente meglio, anche per una sensazione di maggiore vivacità commerciale della città che la nuova collocazione dell’evento in piazza Italia ha portato”.

Per quanto riguarda, invece, l’andamento complessivo del turismo nel 2015?

“Stando ai dati che pubblicati dalla Provincia di Siena, per l’anno 2015 si attesta un aumento importante di presenze, rispetto allo stesso periodo del 2014. Dobbiamo però ancora verificare il reale impatto sui fatturati delle aziende alberghiere di tale aumento di presenze. In generale posso però già dire di essere soddisfatti e che certamente si è verificato un cambio di tendenza dopo numerosi anni di cali continui nelle presenze turistiche. Purtroppo però siamo ancora molto distanti dai numeri di cui abbiamo bisogno e dobbiamo fissare il nostro obiettivo minimo ad almeno un milione di presenze.

Dal punto di vista locale da cosa è dovuto questo segnale di ripresa?

“Il contesto economico generale di leggera crescita ha fatto sentire positivamente i suoi effetti anche sul nostro territorio. Oltre a questo però, c’è stata una maggiore sinergia a livello locale tra gli operatori, gli alberghi, gli esercizi commerciali, l’amministrazione comunale e le associazioni che a vario titolo hanno organizzato iniziative durante tutto il 2015. Questo è la dimostrazione di quello di cui avevamo parlato al forum del turismo della Valdichiana organizzato lo scorso Marzo con la collaborazione di Valdichiana Media, e cioè che solo facendo sistema avremo ottenuto dei risultati positivi tangibili. Tutti, per una volta, si sono rimboccati le maniche ed hanno dato il proprio contributo, mettendo in secondo piano i personalismi che da sempre animano il settore turistico, non solo a Chianciano.

Per lei Chianciano deve essere cure termali o benessere, oppure è possibile conciliare le due cose?

“Sono 20 anni, ormai, che le cure termali hanno perso il loro appeal sul mercato, non solo a Chianciano ma sul panorama nazionale ed internazionale. Soprattutto la città termale, però, come modello è andato in difficoltà. Sicuramente non si deve e non si può prescindere anche dalla dimensione sanitaria nelle grandi aziende termali, però io non vedo alcuna forma di incompatibilità assoluta tra il mondo del benessere e il mondo termale più tradizionale. Anzi il modello da perseguire deve essere quello del benessere termale, quindi una città che coniughi da un lato il benessere e da un lato il termalismo, riuscendo a fondere i due elementi in modo innovativo. Una delle iniziative che dovremmo prendere come comunità delle città termale, è quella di chiedere al Ministero per il Turismo un progetto speciale per la promozione della città termale, ridefinendo l’identità della città termale tenendo conto del contesto turistico contemporaneo, proponendo al turista che scegli questo tipo di vacanza un’esperienza che coniughi salute, benessere, dimensione naturalistica, vacanza attiva e culturale. Tutte queste cose stanno dentro alla città termale e noi dobbiamo essere in grado di riproporre questo modello innovandolo”.

Il 2015 che anno è stato per l’Associazione Albergatori?

“Il 2015 è stato un anno in cui si è preso coscienza della necessità di innovarsi per competere. Come attività operativa delle singole strutture c’è stato un miglioramento, anche se non omogeneo e distribuito a macchia di leopardo sulle circa 100 strutture attive, di cui come Associazione Albergatori rappresentiamo oltre il 90%. Sicuramente le performance migliori sono avvenute nelle aziende che hanno incrementato la loro capacità di presidio dei nuovi mercati che si sviluppano sul web”.

E per quanto riguarda la dismissione delle società termali partecipate della Regione cosa ne pensa?

“Credo che la scelta della Regione sia dettata da criteri ragioneristici piuttosto che da veri ragionamenti di economia territoriale, che sono quelli che invece ci aspettiamo dalle istituzioni. Le aziende termali per le grandi città come Chianciano e Montecatini Terme sono strategiche non solo per quanto riguarda il loro impatto economico territoriale ma anche per la loro funzione sociale. La scelta effettuata dalla Regione ci lascia molto perplessi, considerato che ad esempio rispetto a Terme di Chianciano, la Regione stessa ha approvato il nuovo piano d’investimenti della che la società ha presentato nel corso dell’assemblea dei soci della scorsa primavera. Richiederemo a breve un incontro chiarificatore agli assessori Bugli e Fratoni, con la convinzione che i consiglieri regionali e gli assessori espressione dei territori di riferimento di Chianciano e Montecatini, sapranno trovare le giuste correzioni a questa decisione presa evidentemente con troppa leggerezza”.

Quali sono le principali attività che porterete avanti nel 2016?

“Abbiamo in cantiere un piccolo progetto da presentare in sede di piano operativo per la sistemazione urbanistica dell’area commerciale di piazza Italia, viale Roma e nella zona della Macerina. C’è bisogno che il cuore commerciale di Chianciano riparta e trasformi la propria immagine secondo le aspettative del turista. Assieme all’amministrazione comunale lavoreremo poi a una semplificazione ai vari regolamenti comunali che interessano la nostra categoria affinché per le nostre aziende debbano confrontarsi con norme più semplici e chiari”.

Come lavorerete nel 2016 perché questa ripresa si concretizzi?

“Dobbiamo essere bravi a consolidare questa piccola ripresa migliorando le nostre performance aziendali come strutture ricettive, ma anche attraverso una profonda innovazione dell’immagine della città, oltre che cambiando il nostro approccio all’interno del sistema turistico Valdichiana. Oggi non basta più promuoversi come singoli ma dobbiamo imparare a farlo come territorio, ben inseriti dentro il brand Toscana. Inoltre è importante ribadire quando sia importante potenziare i trasporti locali e quanto sia vitale per noi avere una fermata dell’alta velocità alla stazione di Chiusi-Chianciano Terme: ottima notizia in questo senso l’investimento di Rfi per gli l’ammodernamenti e la riqualificazione della stazione chiusina”.

Come giudica il fatto che in attuazione della Legge Delrio la Regione Toscana ha trasferito le funzioni in materia di turismo dalle province ai comuni capoluogo di provincia?

“La scelta operata dalla Regione è un grande errore perché i comuni capoluoghi di provincia non hanno né le competenze né la strutturazione per poter sostenere in modo efficace le deleghe che le sono state loro assegnate, perlomeno in materia di turismo. Il modello va ripensato in modo da dare risposte ai distretti turistici e non per risolvere i problemi di ricollocamento dei dipendenti delle province. I distretti turistici o le unioni dei comuni sono soggetti sicuramente più adeguati a svolgere questa delicata delega, poiché hanno una relazione diretta con i territori sui quali tale delega deve attuarsi. È ridicolo immaginare che i sindaci di un territorio abbiano, come soggetto istituzionale di riferimento per il coordinamento nel turismo, il sindaco di un altro territorio. Se doveva essere un tentativo di spingere verso le fusioni tra comuni, è stato un tentativo chiaramente maldestro. Auspichiamo quindi che la norma venga al più presto rivista”.


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