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Attualità venerdì 05 agosto 2016 ore 14:32

‘Cacciatore pedina dell’equilibrio faunistico’

A dirlo il sindaco di Chiusi Juri Bettollini che interviene in merito alla difficoltà dell’attività venatoria ne territorio della provincia di Siena



CHIUSI — “Personalmente credo che la problematica del sovra popolamento dei cinghiali in toscana e a Siena non sia stato ancora risolto né affrontato nel modo corretto. Nel nostro territorio e in generale in tutta la Provincia di Siena c’è grande insoddisfazione perchè l’attuazione delle nuove normative regionali non riescono a dare quelle risposte necessarie che significano la sopravvivenza dei territori e dell’agricoltura che rappresenta da sempre tradizione e cultura” – dice Bettollini

Il sindaco dice anche che non ci sono interventi veri che vadano verso il contenimento, “non si comprende come poter fermare i danni alle colture a causa di cinghiali e caprioli e non c’è la minima considerazione per le squadre di cinghialari che potrebbero risolvere problemi contingenti e gravi con incisività e senza particolari problematiche operative. In questo modo un intero sistema andrà presto al collasso e questo non ce lo possiamo permettere. La Regione Toscana è stata un modello virtuoso e un esempio da imitare nella gestione dell’attività venatoria; oggi, nella Provincia di Siena, dobbiamo superare le ideologie, le correnti e le appartenenze venatorie riscoprendo la centralità delle squadre cinghialare e smettendo di utilizzare i cacciatori come mercenari degli abbattimenti. Polizia provinciale e ATC devono capire che la volontà del Consiglio Regionale è stata chiara: i cinghiali vanno abbattuti per il bene dell’agricoltura”.

Bettollini interviene con queste critiche in merito alla criticità senese rispetto alla non corretta attuazione della “Legge Obiettivo” voluta dal consiglio regionale toscano e promossa anche per iniziativa del consigliere regionale chiusino Scaramelli Stefano che, a sei mesi dall’approvazione, mancando l’applicazione concreta nei territori, sta comportando criticità e insoddisfazione da parte degli agricoltori della Provincia di Siena, ma anche dei cacciatori.

E’ arrivato il momento di farla finita – continua Bettollini – ogni giorno le nostre campagne sono prese d’assalto da un vero e proprio esercito di cinghiali, caprioli, storni e nutrie che rade al suolo interi campi di grano e mais che significa impoverire il settore dell’agricoltura già colpito duramente dalla crisi economica. In questo momento siamo lontanissimi dal dare risposte serie a questi problemi e in tutto questo a rimetterci sono i territori e gli agricoltori arrivati allo stremo. Tutto il mondo che ruota intorno alla natura e agli animali è stanco di questa situazione; i cacciatori sono stufi, gli agricoltori sono stufi e anche gli ambientalisti sono stufi. Non è possibile che abbattere un cinghiale, in contenimento nel territorio della provincia di Siena, per un cacciatore debba significare mandare il capo abbattuto in un centro di macellazione a spese del pubblico; si stanno trattando i cacciatori come mercenari semplicemente per uccidere. Il nostro compito è anche quello di difendere le tradizioni dei nostri territori e l’attività venatoria è sicuramente una di quelle più antiche che in questo modo rischia seriamente di essere compromessa perché nessuno vorrà andare più a caccia”.

Infine conclude: “ Come Comune di Chiusi ci attiveremo con tutte le nostre forze per far comprendere come adesso la situazione sia completamente fuori controllo e per far invertire la rotta di un disciplinare che non funziona e che anzi sta creando enormi problemi. Tutto questo non significa dare il permesso ad un cacciatore di sparare di più, ma significa far tornare il cacciatore ad essere una pedina fondamentale nell’equilibrio tra fauna selvatica, tradizioni e agricolture del nostro territorio.”


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