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Attualità martedì 06 giugno 2017 ore 10:10

'In terra un cimitero di scarpe e tanto sangue'

Dario Calveri, Andrea Antonucci, Andrea Mazzerelli e Nicola Paterni
Foto di: Foto di Dario Calveri

La notte bianco-nera di Torino si è trasformata in un incubo anche per un gruppo di ragazzi sinalunghesi che ha vissuto attimi di paura



SINALUNGA — La passione per il calcio, l’affetto per la propria squadra, la gioia di vederla vincere e la rabbia di vederla perdere, la voglia di condividere emozioni vere e sincere con altri tifosi tutti uniti sotto gli stessi colori. Sentimenti questi che avrebbero dovuto prevalere sabato 3 giugno a Torino in piazza San Carlo per la grande finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, e invece quello che è prevalso nella notte torinese bianco-nera sono stati il terrore e la paura provata dalle quasi 30mila persone giunte da ogni parte d’Italia per sostenere e tifare la squadra del cuore.

“Il calcio ti emoziona, ti coinvolge e a volte ti fa perdere il contatto con la realtà, poi però succede qualcosa di brutto e nella realtà ci torni in un attimo. L'emozione diventa paura e fatichi a credere ai tuoi occhi”. A parlare così è Dario Calveri, sinalunghese, calciatore e capitano della Sinalunghese militante nel campionato di Eccellenza, che sabato 3 giugno, insieme ai suoi amici Andrea Antonucci, Nicola Paterni, Andrea Mazzerelli e un gruppo di quasi trenta senesi, si trovava in piazza San Carlo e ha vissuto quei tragici momenti.

Erano partiti da Sinalunga, Asciano, Chiusi e Siena, di buon ora per raggiungere Torino, con un carico di bandiere, magliette e sciarpe bianco-nere. Per molti non era la prima trasferta organizzata per sostenere la Juve, Dario e i suoi amici infatti si spostano spesso per sostenere la ‘vecchia signora': per la Juve, Buffon e tutti gli altri sono andati fino a Lisbona e a Dortmund e mai avevano assistito a scene aagghiaccianti come quelle in cui si sono ritrovati a Torino.

“Mentre stavamo assistendo alla partita, improvvisamente, erano da erano da poco scoccate le 22, abbiamo sentito uno strano rumori che ognuno ha interpretato a proprio modo. Da qui si sono viste scene di panico e in un attimo la gente in piazza ha cominciato a correre cercando una via di fuga” – mi spiega Dario - "Le vie però erano troppo piccole per far defluire un’enorme massa di gente in preda al panico, e di conseguenza, complice anche l’eccessiva calca che si era creata in piazza, ne è uscito un effetto domino in cui sono rimaste ferite moltissime persone”.

Dario e suoi amici una volta in salvo dietro le colonne di Piazza San Carlo hanno aiutato le altre persone in difficoltà. Alcuni ragazzi del gruppo hanno perso le scarpe e sono stati costretti a girare tutta la notte, in attesa della mattina per poterle ricomprare, a piedi nudi tra i vetri delle bottiglie rotte.

“Io e gli altri due miei amici siamo riusciti a ripararci dietro una grossa colonna che ci ha protetti dall’ondata di persone che scappava; siamo rimasti in piedi e abbiamo aiutato una mamma con un bimbo piccolo a proteggersi, mentre un uomo è svenuto tra le mia braccia per la paura. Tante persone sono cadute sui vetri che ricoprivano la piazza e molte di queste sono state sommerse da altre persone in fuga. In terra c’era un cimitero di scarpe, borse, zaini e tanto sangue. I video che passano in televisione non sono niente confronto a quello che abbiamo passato. La gente era terrorizzata”.

Per Dario, Andrea, Andrea e Nicola, dopo i primi istanti, la paura si è trasformata in rabbia, una rabbia che non c’entrava niente con la partita, con il risultato e con il calcio, ma per quello che stavano vivendo. “Anche 2 anni fa sono andato in piazza a Torino ma quella volta avevano organizzato la piazza in maniera almeno discreta, questa volta non esistevano vie di fuga, i controlli erano scadenti, le forze dell'ordine erano pochissime, le bottiglie di vetro vendute illegalmente e poi la psicosi da terrorismo ha fatto il resto”– continua Dario.

Il bilancio della terribile notte di Torino è di 1527 feriti, 3 gravi tra cui anche un bimbo. Adesso la procura di Torino ha aperto un procedimento a carico di ignoti per lesioni personali plurime anche gravissime e in una nota diffusa dice che al momento non risulta ancora individuato l'evento che ha determinato il panico della folla, e sono stati comunque recuperati e messi sotto sequestro "residui di artifici pirotecnici e generatori fumogeni" di cui "non è stato accertato l'utilizzo nella piazza".

I ragazzi sinalunghesi stanno tutti bene, non hanno riportato nessuna ferita e Dario ci tiene a dire: “Ringrazio quelli che si sono preoccupati per noi, li tranquillizzo dicendo che per fortuna almeno a tutti noi "sinalunghesi" è andata bene e non ci siamo fatti niente e mai come oggi mi ‘godo’ i più che meritati sfottò per la perdita della partita e mi ripeto che nonostante tutto il calcio è solo un bellissimo e magico gioco”.


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